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Via Francisca del Lucomagno

Via Francisca del Lucomagno

Se volete percorrere un antico tracciato romano-longobardo, ricco di testimonianze storiche e religiose, vi invitiamo a scoprire la via Francisca del Lucomagno: la via, in 510 km attraversa la Svizzera da nord a sud, valicando anche il passo del Lucomagno, per entrare in Lombardia e raggiungere Pavia, dove si collega con la Via Francigena

Qui ci soffermeremo in particolare su tre tappe lombarde  che meritano certamente una visita e per le quali abbiamo verificato le condizioni di accessibilità: la Badia di San Gemolo a Ganna e due luoghi  dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’ Unesco: il Sacro Monte di Varese e il Castrum di Castelseprio. Il cammino entra in territorio italiano a Lavena Ponte Tresa, dove inizia il suo tratto lombardo. Da qui lungo la pista ciclo-pedonale si incontrano ancora alcune stazioni in stile liberty e tra ruscelli, cascate e mulini si giunge al rigoglioso Parco dell’Argentera. Si supera poi Ghirla, dove si incontra l’antico Maglio, una grande macchina utilizzata per lavorare il ferro. Da lì, si attraversa l’oasi naturalistica del lago di Ghirla si raggiunge Ganna.

Badia di San Gemolo, Ganna (Va)
Una tappa che non può mancare in questo cammino, sia per la bellezza del luogo sia per il ruolo che ha avuto nei secoli, è l’antica Badia di san Gemolo. Situata in un territorio di incrocio e convergenza di varie valli, proprio per la sua posizione nel corso del medioevo è stata un importante snodo di traffico, una stazione di rifugio per i pellegrini e fulcro della vita di relazione e di comunicazione tra il mondo dell’alta Lombardia, la vicina regione del Ticino e, al di la di questa, le regioni dell’Europa centrale. Ciò comportava la cura di strade, ponti, stazioni di sosta e ogni attività connessa al passaggio di pellegrini e commercianti. A queste occupazioni, i monaci benedettini di S. Gemolo affiancarono, come i loro confratelli dell’Abbazia di Chiaravalle la bonifica del territorio: a loro si deve infatti il risanamento delle paludi locali, grazie a un sistema di canali che convogliava le acque nell'attuale lago di Ganna, e la coltivazione dei terreni boschivi e dei nuovi terreni ottenuti dalla bonifica.
La Badia è composta di elementi architettonici con funzioni differenti, sorti in periodi storici successivi:  la chiesa, il campanile, il chiostro, le foresteria e le circostanti abitazioni dei monaci. Il nucleo originario è la chiesa romanica, che custodisce le spoglie del martire Gemolo, che secondo la tradizione fu ucciso a Ganna intorno all’anno 1000. La chiesa è databile intorno al 1100 e fu consacrata nel 1160. Del periodo della consacrazione è il campanile, di stile romanico. Nel tempo, la chiesa ha subito alcune modifiche come l'aggiunta delle cappelle laterali alla fine del '500 e il rifacimento dell'abside agli inizi del '600. All'interno della chiesa, sotto l'altare maggiore sono custodite le reliquie di San Gemolo.
Il chiostro, insolito per la sua forma pentagonale, fu edificato in due momenti successivi che si possono riconoscere per la forma degli archi: i 3 lati di stile gotico, con gli archi a sesto acuto, sono della prima metà del 1300; sono invece seicenteschi gli altri due lati, con gli archi a pieno sesto. La foresteria, con chiostro gotico, è databile alla seconda metà del 1400 ed accoglie attualmente il salone parrocchiale. Le abitazioni claustrali, poste verso la valle, sono frutto di opere successive, comprese tra il XII e il XVI secolo.
Qui tutte le informazioni sull’accessibilità della Badia.

Dalla Badia, seguendo la strada provinciale che collega Ganna a Brinzio, si  raggiunge un piccolo borgo agreste, che ospita un interessante Museo della Civiltà Contadina. Attraversato poi il borgo della Rasa, una piccola frazione a 7 Km da Varese, all'ingresso della Valcuvia si giunge alla Stazione “Vellone” della funicolare, alla base del Viale delle Cappelle, seicentesco percorso del Sacro Monte di Varese Patrimonio Unesco dal 2003.

Sacro Monte di Varese
Chi, dalla base del viale della Cappelle, percorre a piedi il Sacro monte di Varese può ammirare le quattordici cappelle che accompagnano il pellegrino durante la salita, opere artistiche di eccezionale bellezza architettonica, scultorea e pittorica, tutte dedicate ai misteri del rosario e realizzate intorno al 1600 su progetto dell’architetto Giuseppe Bernascone. Un percorso in salita, lungo 2 km, porta all’antico Borgo medievale e da lì al Santuario di Santa Maria del Monte. Per chi non voglia affrontare la salita, sconsigliata se si hanno difficoltà di deambulazione per via della pendenza e di un fondo a volte sconnesso, una valida e piacevole alternativa è la funicolare
Al termine del viale, si consiglia una breve tappa sulla terrazza panoramica del Mosè, dalla quale si gode uno splendido panorama. Una volta giunti nel Borgo medievale di Santa Maria del Monte, è possibile percorrere le antiche vie e visitare Museo Baroffio, con piccole collezioni di sculture romaniche, codici miniati e dipinti e al Museo Pogliaghi, ospitato nella casa che l’artista milanese elesse come sua residenza al cui interno è conservata una notevole collezione di reperti greci, romani e orientali, di manufatti dell’artista tra cui il  gesso preparatorio della porta centrale del Duomo di Milano, a grandezza naturale.
Il Santuario di Santa Maria del Monte è stato edificato a partire dal 1100 su una chiesa preesistente, ha subito numerose modifiche nel corso degli anni, fino alla fine del 1800. Meritano una visita gli interni del santuario e la cripta della Basilica di Santa Maria del Monte  restaurata e aperta al pubblico, con gli stupendi affreschi trecenteschi. Accanto al Santuario sorge il Monastero delle Romite Ambrosiane, fondato dalle Beate Caterina da Pallanza e Giuliana Puricelli, eretto ufficialmente nel 1474 quando la bolla di papa Sisto IV concesse l’autorizzazione alla fondazione, secondo la regola di S. Agostino e le costituzioni dell'antico Ordine di S. Ambrogio ad Nemus.
A questo link tutte le informazioni sull’accessibilità del Sacro Monte.

Il Cammino riprende in discesa verso Varese per poi risalire, in prossimità del lago, verso Gazzada, Schianno, Morazzone. All’altezza di Caronno Corbellaro, il terrazzamento del fiume Olona consente di godere una splendida veduta delle Alpi e della Pianura. Di lì si raggiunge il borgo d’arte di Castiglione Olona, con il Palazzo Branda, la Collegiata e il Battistero che conserva gli splendidi cicli pittorici affrescati da Masolino da Panicale, dal Vecchietta e da Paolo Schiavo.

Castrum di Castelseprio e Monastero di Torba
A pochi chilometri di distanza si trova il Castrum di Castelseprio una delle più significative testimonianze medievali nell’Italia del Nord, Patrimonio Mondiale dell’Unesco dal giugno del 2011, comprende il complesso del Monastero di Torba, sede in età longobarda di un convento di monache benedettine e l’oratorio di Santa Maria “foris portas”, eretto tra il VII e il IX secolo.
Qui tutte le informazioni sull’accessibilità del Monastero.
All’interno delle difese spicca il complesso paleocristiano di S. Giovanni, composto da basilica e battistero, cui si accosta una cisterna con pozzo. Il campanile venne ricavato da una delle tre torri d’avvistamento. Nei pressi sorge inoltre la chiesa romanica di S. Paolo. Tra gli edifici residenziali vi sono case private, di varia epoca, e le dimore occupate dai canonici fino al XVI secolo.
Qui tutte le informazioni sull’accessibilità del Castrum.

Da Castelseprio, il percorso prosegue lungo la pista ciclopedonale della Valle Olona utilizzando il sedime ferroviario della Ferrovia di Valmorea, progressivamente depotenziata e poi dismessa negli anni ‘70 del secolo scorso, che collegava importanti siti industriali, ora per la maggior parte non più attivi, lungo il fiume Olona tra Castellanza e Mendrisio in Cantone Ticino. Con una breve deviazione è possibile inoltre visitare il Monastero di Santa Maria Assunta in Cairate, risalente alla prima metà dell’ottavo secolo, che costituisce uno dei primi insediamenti monastici del territorio lombardo.

A Castellanza si attraversa l’oasi verde del Parco Alto Milanese, fino a raggiungere Castelletto di Cuggiono, dove il percorso si dirige verso Pavia per congiungersi alla Via Francigena. Questo ultimo tratto è caratterizzato da un paesaggio tipicamente pianeggiante, attraversato dal Naviglio, con boschi, campi agricoli e la fauna tipica del Parco del Ticino, borghi ricchi di parchi e ville come Cuggiono, Robecco sul Naviglio, Cassinetta di Lugagnano, Torre d’Isola, di Castelli come Abbiategrasso e Bereguardo, e Abbazie, tra le quali l' Abbazia di Morimondo.

Prima di partire
Nel sito InLombardia, si possono trovare ulteriori informazioni sul percorso
A questo link  trovate delle mappe scaricabili sul percorso lombardo, suddiviso in 9 tappe da Lavena Ponte Tresa a Pavia.

 

"Realizzato nell’ambito del Programma generale di intervento della Regione Lombardia con l'utilizzo dei fondi del Ministero dello sviluppo economico".

Via Francisca del Lucomagno

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