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Una ragazza mostra i mirtilli raccolti in campo

Agricoltura sociale, inclusione per tutti

“L’autonomia lavorativa e l’inclusione sociali sono possibili e vanno sostenuti”. Lo confermano a piena voce i referenti delle realtà appartenenti ad “Agricoltura Sociale Lombardia”, rete operativa che promuove un insieme di iniziative capaci di coniugare l’aspetto imprenditoriale in ambito agricolo con attività orientate all’inclusione socio-lavorativa di persone con disabilità, persone fragili o in situazioni di difficoltà. Sono dodici le province lombarde che aderiscono alla rete. E il numero di aziende agricole, cooperative sociali e fondazioni che scelgono di fare parte del network continua ad aumentare. Superare la roccaforte dei luoghi comuni che ruotano attorno al rapporto lavoro-disabilità, valorizzando al contempo talenti e diverse capacità, è uno dei traguardi focali della stessa inclusione lavorativa, cuore d’azione dell’agricoltura sociale.

In provincia di Como, è attiva dal 1999 la cooperativa sociale “Oasi Mosaico 2000”, che produce frutta e ortaggi biologici all’insegna dell’agricoltura sociale. “La nostra cooperativa di tipo B nasce per realizzare l’emancipazione occupazionale di persone con disabilità che, dopo aver frequentato percorsi formativi all’interno della cooperativa ‘Il Mosaico’, meritavano di sperimentarsi nel mondo del lavoro, in un contesto legato alla natura e protetto, in grado al contempo di qualificare professionalmente”, spiega la vicepresidente e cofondatrice Anna Bianchi. Fondamentale la valorizzazione le capacità delle persone coinvolte: “Il progetto nasce per sviluppare le competenze di giovani che al termine di percorsi socio-formativi e assistenziali avviano la loro emancipazione attraverso attività occupazionali differenziate e compatibili con le loro abilità”, aggiunge Anna Bianchi. Oasi ha 70 dipendenti oltre a tirocinanti di cui il 60% in condizione di svantaggio.

A Lecco le diverse abilità creano sinergia
Integrazione, inclusione, sviluppo di opportunità è la triade di intenti che rappresenta il motore di azione della Cooperativa sociale di tipo B “Paso Lavoro” di Merate in provincia di Lecco. Nata nel 2005 “è stata creata con l’obiettivo di sviluppare occasioni di lavoro protetto per persone in difficoltà” spiega il suo referente Maurizio Cassanmagnago che è anche coordinatore territoriale della rete ASL per il territorio di Lecco. In cinque anni di progetti di agricoltura sociale “Paso Lavoro” ha attivato percorsi dedicati a persone in difficoltà dai 22 ai 57 anni. Tutto questo raggiungendo spesso traguardi di grande soddisfazione, come conferma il referente della cooperativa: “Abbiamo da poco terminato un percorso inclusivo durato un anno che ha coinvolto un ragazzo con diagnosi di autismo. Attraverso l’agricoltura sociale questa persona ha potuto vivere un’esperienza molto positiva e gratificante di confronto con gli altri colleghi e di sviluppo delle autonomie. L’agricoltura sociale ha permesso proprio di raggiungere quelli che si proponevano come gli obiettivi stessi del progetto”.

Mantova: agricoltura sociale a prova di assunzione
Fiore all’occhiello dell’agricoltura sociale mantovana nonché esempio virtuoso della rete regionale è il Centro Polivalente Bigattera che dal 1986 affianca al tema sociale articolate attività che comprendono esperienze di tirocinio rivolte ai giovani, percorsi triennali di formazione professionale e individualizzati di avviamento al lavoro oltre ad azioni mirate all’arricchimento curriculare per l’inserimento socio-educativo dei soggetti con disabilità. Con una particolare attenzione ai ragazzi con autismo.
“In Bigattera Marco e Michele hanno svolto mansioni in serra di semina e ripicchettatura attraverso le quali abbiamo potuto constatare la loro abilità -racconta a responsabile del Centro Albertina Chirico-. Nelle attività di pieno campo si sono occupati di trapianto, scerbatura, raccolta e noi stessi siamo riusciti a valutare il rispetto dei tempi e dei modi di esecuzione dei lavori”. Le esperienze hanno consentito di individuare i contesti professionali che più sapessero valorizzare le competenze dei ragazzi. Marco, forte nella manualità fine, ha così trovato lavoro in una cooperativa che si occupa di assemblaggio di piccoli oggetti. Michele, che si distingue per la sua capacità di eseguire mansioni in tempi standard, lavora in un’azienda che smista documenti attraverso l’utilizzo di scanner. Entrambi sono assunti a tempo indeterminato. New entry è poi Mattia (altro giovane con diagnosi di autismo) che nel 2016, sempre nell’ambito dell’agricoltura sociale, ha svolto nel contesto di Bigattera un corso di formazione a cui è seguita un’esperienza di dote lavoro poi scaturita in un’assunzione a tempo determinato a dicembre 2017.

A Pavia si realizzano “ricette” di inclusione lavorativa
Una storia che di steccati ne ha superati molti proviene dal territorio pavese, in una zona confinante con il Piemonte. L’azienda agricola familiare elilu -scritto con la minuscola per volere dei suoi ideatori Elisa Gastaldi e Luca Benicchi, moglie e marito al timone dell’intero progetto- è riuscita a concretizzare un importante percorso di inclusione sociale e lavorativa per Luca, ragazzo di 20 anni con autismo, il quale finita la scuola superiore non vedeva sbocchi. L’iniziativa è stata realizzata in collaborazione con l’Associazione onlus “Una mano per…” permettendo a Luca di vivere un’esperienza didattica all’interno di un vero e proprio ciclo produttivo. Il progetto si è sviluppato coinvolgendo diverse attività: quella di accudimento degli animali, in particolare Luca ha scelto i cavalli occupandosi della pulizia dei box e della strigliatura, e quella di gestione dell’intera filiera, dalla raccolta della materia prima fino al processo di panificazione producendo pane per la propria famiglia. Il percorso è stato inoltre caratterizzato da un costante e curato monitoraggio che tenesse conto degli obiettivi e del vissuto emotivo di Luca in risposta all’esperienza. Non sono inoltre mancati traguardi preziosi come la realizzazione del libro “Il Manuale di Luca: le procedure in fattoria”.

A Lodi la valorizzazione è per Tutti
“L’Orto di Tutti” è il nome e insieme la missione dell’iniziativa sostenuta da Fondazione Cariplo (bando Welfare di Comunità e Innovazione Sociale) con cui è stato avviato il progetto “Rigenerare Valore Sociale – Welfare Lodigiano di Comunità”. Coinvolte in questa rete, nove realtà agricole del territorio di Lodi - tra cui aziende agricole, cooperative sociali, enti scolastici, fattorie sociali: “Il Gabbiano”, “Il Mosaico”, “Le Cascine Riboni”, “L’Officina”, “Floralia”, “Latte Baronchelli”, Istituto agrario “Tosi” di Codogno, “I Germogli”, Il Pellicano” - tutte impegnate a sviluppare una strategia di marketing che possa promuovere l’agricoltura sociale e la sua preziosa valenza inclusiva. “L’Orto di Tutti costituisce per la rete un primo passo con un carattere “pubblico”, in dialogo quotidiano con la comunità dei tanti che acquistano e apprezzano i prodotti e che speriamo possano far conoscere quel mondo nel mondo che accoglie e si fa compagno dei più fragili, lavorando con loro per costruire e ri-costruire vite” sottolinea Paola Pozzo, presidente della Cooperativa “L’Officina” dove tra l’altro lavora con contratto di assunzione Enrico, giovane uomo autistico con tanta voglia di impegnarsi con serietà e puntualità.
Diversa la tipologia di svantaggio al quale è stata data una risposta da parte della rete, autismo compreso. Nato a settembre 2017, “L’Orto di Tutti” ha creato un brand e un portale, aperto un punto vendita e sviluppato un laboratorio di confezionamento. 151 gli ettari di terreno coltivato e dati non indifferenti sul fronte lavorativo: nel complesso le realtà in rete occupano più di 500 persone (in attività assistenziali e produttive). In queste due ultime annualità sono state accompagnate o sono state inserite in percorsi lavorativi in agricoltura sociale più di 50 persone, tra percorsi di alternanza scuola lavoro, tirocini, assunzioni.